In questi giorni siamo impegnati al chiaro di luna e all’alba con irrigazioni controllate degli uliveti. L’acqua utilizzata esclusivamente nelle ore serali e mattutine per evitare sprechi, deriva dalla nostra sorgente di collina.

Riportiamo un estratto di un articolo pubblicato su www.teatronaturale.it a cura di Alberto Puggioni dove si fa il punto sull’incidenza di una corretta irrigazione per raggiungere livelli elevati di qualità.

Irrigazione indispensabile per garantire qualità e quantità della produzione olivicola

L’accrescimento dell’oliva in condizioni irrigue ha andamento pressoché lineare fino quasi all’invaiatura. L’irrigazione può anche arricchire il patrimonio aromatico dell’olivo e, in condizioni di deficit controllato, il patrimonio in polifenoli ne è influenzato positivamente

È possibile, usando questa importante variabile agronomica, garantire produzioni elevate e qualità riconoscibile?

L’obiettivo di un’olivicoltura moderna, deve essere quello di avere piante in equilibrio tra la vegetazione e la produzione, che siano in grado di sostenersi e di affrontare le avversità. La grande forza di adattamento dell’olivo è anche legata alla capacità di usare al meglio l’acqua a disposizione nel terreno e nei loro tessuti. Una pianta che soffre di stress idrici, risulta maggiormente attaccabile e sensibile. Per l’olivo, di contro, l’acqua è un forte promotore della produzione e i vantaggi sono numerosi purché ci si attenga all’appagamento dei fabbisogni idrici della pianta senza eccessi. Irrigando correttamente un oliveto giovane o in fase di allevamento si ottiene un rapido sviluppo vegetativo e si anticipa l’entrata in produzione con la riduzione delle condizioni che innescano l’alternanza produttiva. Inoltre, è favorito lo sviluppo di un’abbondante rete di radici assorbenti nella zona bagnata dai gocciolatori. Un’ampia sperimentazione mostra come l’irrigazione di un oliveto maturo e produttivo, oltre alla riduzione dell’alternanza produttiva, porti vantaggi nella produzione di olio e di olive con incrementi produttivi di quest’ultime che possono raggiungere il 100%. Alla migliore e più diffusa distensione dei germogli, si aggiunge l’aumento del numero d’infiorescenze e l’aumento della percentuale di allegagione dei frutti. Importante la diminuzione dell’incidenza di aborto nell’ovario e cascola delle drupe.

L’accrescimento dell’oliva in condizioni irrigue ha andamento pressoché lineare fino quasi all’invaiatura: l’irrigazione aumenta il volume del nocciolo e della polpa alla raccolta.
Bisogna iniziare a irrigare quando il terreno contiene ancora umidità concentrando l’attenzione sulla fioritura, l’allegagione, durante il primo sviluppo del frutto e durante l’accumulo di olio.

In merito alla relazione tra irrigazione e qualità delle olive le evidenze dicono che la composizione in acidi grassi, il numero di perossidi e l’acidità libera non vengono influenzati significativamente dall’irrigazione. Il profilo sensoriale in oli da olivi irrigui, invece, può giovarsi dell’aumento dei composti volatili responsabili del fruttato e degli aromi varietali. Irrigando in deficit idrico controllato* il patrimonio in polifenoli ne è influenzato positivamente. Quindi le caratteristiche del frutto, il peso medio del frutto, l’epoca di maturazione, il carico di frutti per albero, sono risultati positivamente influenzati dallo stato idrico gestito con l’irrigazione a goccia Netafim; è emerso che irrigazioni più abbondanti hanno portato a maggiore accumulo di olio nel mesocarpo (polpa) come avvenuto in annate piovose; dal punto di vista organolettico-merceologico i parametri sono simili tra le tesi; i polifenoli totali sono risultati più alti negli oli prodotti da alberi non pienamente irrigati (deficit idrico controllato) (R. Gucci & G. Caruso 2009-11). In conclusione, l’irrigazione è oggi utilizzata come una delle tecniche agronomiche capaci di influenzare positivamente la quantità e la qualità delle produzioni in olivicoltura.

di Alberto Puggioni
pubblicato il 22 settembre 2016 in Strettamente Tecnico